Ambasciatori del Gusto siciliani “Insieme” al Grand Hotel San Pietro di Taormina

Valorizzare i luoghi naturali e le location storiche con un menu siciliano reinterpretato in maniera “aristocratica” la missione riuscita dei protagonisti della serata

La cena buffet con isole di cibo e beverage al Grand Hotel San Pietro, hotel taorminese, 5 stelle lusso del gruppo Lindbergh Hotels & Resorts con i cinque fantastici chef dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (AdG) intitolata “Insieme” nasce da Luca Miuccio, Executive Chef del Giardino degli Ulivi, del ristorante del San Pietro che ha capitanato i quattro fantastici chef dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (AdG) all’insegna dell’amicizia complicità e allegria che c’è tra di loro. Francesco Arena (mastro fornaio di Messina), Lillo freni (della Pasticceria Freni), Pasquale Caliri (chef del ristorante Marina del Nettuno Yatching Club Messina), Gianni Giardina (macellaio e vicepresidente della Nazionale Italiana Macellai) detto chef con la coppola. Il progetto era quello di valorizzare cibi di produzione siciliana rielaborati in maniera inedita e ardita.

L’antipasto il primo piatto il secondo piatto il dolce con divertissement di fritti salumi e formaggi l’impianto delle varie isole di cibo e beverage dove i pani e i grissini d’autore la facevano da padrone ma andiamo con ordine, anche se ogni commensale avendo a disposizione un proprio elegantissimo tavolo poteva seguire un coordinamento menù e abbinamento vini secondo il proprio gusto e sentimento.

L’antipasto e lo chef Pasquale caliri

Pasquale Caliri con il suo cannolo di tonno rosso crudo ripieno di tuma con crema di ricci, mostarda di fichi, speck croccante, servito su crumble di pecorino e nero di seppia. Pasquale Caliri è uno chef Alma, l’Istituto di Alta Cucina di Gualtiero Marchesi. Siciliano di nascita ha approfondito le sue conoscenze in giro per il mondo dove si è fatto portavoce di una cucina legata all’essenziale, attenta alle radici, elegante e minimalista.

Chef Pasquale Caliri

Tornato dagli Stati Uniti d’America dove ha guidato uno dei ristoranti più prestigiosi nei pressi di Atlanta, è diventato Executive Chef di Marina del Nettuno Yachting Club nello scenario dello Stretto di Messina dove le sue preparazioni fanno da cornice a un panorama di straordinaria bellezza. La sua è una cucina di mare, che dagli spunti della tradizione siciliana si coniuga, senza alterarsi, con le tendenze dell’avanguardia culinaria. Ha ereditato la passione per la pasticceria dallo spagnolo Paco Torreblanca e le seduzioni per l’alta cucina naturale da un altro dei suoi maestri, Pietro Lemaann, con il quale ha collaborato. Numerose le attestazione di pubblico e di critica. Piatto d’Argento dell’Accademia Italiana della Cucina, membro di Eurotoques, è stato inserito inoltre nella guida Michelin.

 

Il primo piatto e lo chef Luca miuccio

I tenerumi, taddi di cucuzza, foglie e germogli di una particolare tipologia di zucchina, impreziositi nel risotto dal limone candito, formaggio caprino e gambero rosso. Luca Miuccio, classe 1987, nasce a Taormina. Fin dall’età di 14 anni inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, di proprietà degli zii, occupandosi di forniture agroalimentari nel settore ristorativo. È proprio qui che nasce l’amore incondizionato verso il mondo delle materie prime di qualità. Il suo percorso di formazione ufficiale nel mondo della cucina inizia nel 2002 frequentando l’istituto professionale alberghiero di Giarre e alternando scuola/lavoro.

Chef Luca Miuccio

Nel 2005, conclusi gli studi, inizia la sua carriera, lavorando in importanti strutture Taorminesi, tra cui ristoranti stellati e strutture Relais&Château. Molteplici le collaborazioni con chef rinomati che hanno dato un grosso contributo alla sua formazione. Le esperienze all’estero, tra cui Londra e Svizzera, hanno dato alla cucina di Luca un respiro internazionale, pur restando sempre molto legato agli ingredienti di casa. Attualmente Luca è Executive Chef del Grand Hotel San Pietro 5*L di Taormina. Trae ispirazione dalla terra in cui è cresciuto: La Sicilia. La sua visione prende vita dai luoghi meravigliosi e dai tesori agroalimentari di quest’isola, figlia di associazioni libere, di un brain-storming sinestetico che coinvolge gli odori, colori e i sapori della sua infanzia. Non è raro che li contamini con incursioni d’oltralpe, ma sempre rimanendo saldo al legame profondo con la sua terra. L’obiettivo è creare uno stile di cucina che, pur nascendo dal ricordo, dal mantenimento delle peculiarità delle materie prime e dal rispetto per la tradizione, possa dare vita a realizzazioni e accostamenti nuovi, ricchi di contrasti e consistenze.

I secondi piatti e lo chef Gianni Giardina

Panini neri con la farina di riso per accompagnare il pulled pork del macellaio con la coppola come ha ben detto lui stesso: “pastrami di vacca siciliana ai profumi di Sicilia e panino farina di riso Artemide e farina di frumento,  cosciotto di suino siciliano affumicato al carrubo e ciliegio, cotto a bassa temperatura e salse a base di curry rivisitate con spezie siciliane. Gianni Giardina, classe 1978, macellaio da tre generazioni. All’età di 10 anni si avvicina al primo taglio a disosso nell’attività di famiglia, la Macelleria Giardina. Terminati gli studi, nel 1979 ricopre l’incarico nell’esercito e consegue il diploma di macellaio presso la Scuola di Macellerai di Nocera con ottimi voti. Una volta conclusa la leva, Gianni si trasferisce negli Stati Uniti, precisamente a New York. Vi rimane 18 mesi per affinare le tecniche di taglio e bbq.

Rientra a Canicattì dopo l’esperienza americana e inizia così la trasformazione della macelleria di famiglia. Nel 2009 apre il secondo punto vendita dedicato in particolare agli stagionati e alle frollature. Gianni è docente di trasformazione e conservazione naturale in scuole private. Nel 2017 fonda la Nazionale Italiana Macellai, di cui oggi è Vicepresidente.

 

Numerosi sono i riconoscimenti, per citare i più recenti: nel 2019 viene nominato Best in Sicily come macelleria di Sicilia; nel 2021 la Nazionale Italiana Macellai si classifica seconda agli Europei di Francia e prima per le Prix du Public; nel 2022 Gianni viene premiato come campione mondiale di disosso ai Mondiali di Macelleria di Sacramento.

chef Francesco Arena

Lo chef bakery,  Francesco Arena

Con le sue pagnotte preparate con lievito madre e grani antichi siciliani, i grissini da abbinare a salumi e formaggi e all’olio extravergine. Classe 1976, Francesco Arena è nato a Messina. Fin da piccolo il laboratorio del Panificio Masino Arena (di famiglia da tre generazioni) è stato il suo parco giochi e il suo grande amore. Qui comincia i primi esperimenti miscelando e impiastricciando le farine. A 20 anni decide di iniziare a lavorare nel panificio e di seguire le orme del padre Masino, che lo guida da subito, grazie ai suoi anni di esperienza, rendendolo un professionista.

Il lievito madre e la ricerca di nuove tecniche di produzione diventano la sua passione principale. Segue il corso di alta formazione per panificatore di CAST Alimenti con Piergiorgi Gorilli, fondatore e presidente onorario del Richemont Club Italia. Da questo momento in poi la produzione del panificio si rivoluziona completamente. Francesco Arena è sempre più attento alla scelta delle materie prime e predilige i presidi slow food, puntando sulla panificazione di farine da grani antichi siciliani rigorosamente molite a pietra. Nel 2016 supera l’esame di ammissione al Richemont Club Italia sez sud e nello stesso anno si iscrive alla facoltà di Scienze Gastronomiche di Messina. Nello stesso anno, durante il Salone del Gusto di Torino, è chef bakery ufficiale dello stand Sicilia. Tra i suoi impegni più sentiti c’è la collaborazione con aziende e scuole siciliane, dove mette a disposizione di colleghi e studenti le sue conoscenze e competenze nel settore.

Il pastry chef, Lillo Freni

La cassata siciliana, i cannoli ripieni di ricotta, nzuddi e piparelli. Aldilà degli Ambasciatori l’angolo dei fritti con arancini e crespelle salate preparati in loco dallo chef Sandro Mazza del San Pietro. Lillo Freni frequenta sin da bambino il laboratorio della pasticceria fondata dal padre Giuseppe nel 1968 e sin dalla tenera età mostra una naturale predisposizione all’apprendimento delle tecniche. Grazie alla possibilità di seguire gli insegnamenti paterni diventa un valido aiutante e successivamente un raffinato pasticcere. Ma l’aspetto tecnico non è il suo unico obiettivo; da sempre attratto dall’aspetto scientifico, volge particolare attenzione allo studio dedicandosi continuamente all’aggiornamento professionale.

Chef Lillo Freni

Nel 2011 consegue presso l’Università degli Studi di Messina la Laurea in Scienze dell’Enogastronomia Mediterranea e Salute discutendo la tesi: Storia, Innovazione e Qualità della Pasticceria Tipica Messinese oggi diventata un libro. Nel 2015, dopo 3 livelli di corso, consegue il diploma di Sommelier AIS (Associazione Italiana Sommelier), che gli consente di acquisire competenze in un settore complementare alla sua professione di pasticciere, quello del vino e dell’abbinamento cibo-vino. Nel 2015 partecipa a Expo2015 come rappresentante della pasticceria messinese nella settimana dedicata a “Messina città metropolitana” nell’ambito del cluster Bio-Mediterraneo. Nel Maggio 2017 partecipa all’allestimento del “Cocktail delle First Ladies” in occasione del G7 di Taormina. I dolci tipici messinesi e siciliani in generale suscitano notevole interesse tra le donne più importanti del pianeta e in quell’occasione Lillo realizza dei cadeau speciali contenenti della “Frutta Martorana”. Numerose sono le apparizioni in tv, sul canale Alice e sui canali Rai e su tv regionali e locali. Ogni qualvolta gli viene data possibilità, Lillo si dedica anima e corpo alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio dolciario siciliano. Lillo è anche impegnato come partner in numerosi eventi mondani di grande importanza: le serate finali dei Nastri d’Argento, alcune delle serate del Taobuk e il Taormina Film Festival in cui le torte evento e i dolci realizzati da Lillo sono ormai una consuetudine.

Aldilà degli Ambasciatori l’angolo dei fritti con arancini e crespelle salate preparati in loco dallo chef Sandro Mazza del San Pietro. Taurmè distribuzione partner della serata ha fornito e coinvolto sei aziende vinicole del mondo siciliano e Raffaele Nicotra il sommelier del Grand Hotel, ha consigliato con i meravigliosi pani di Arena, Santatresa Grillo spumante brut, Don Tindaro Mamertino Gaglio per il cannolo di tonno di Caliri, Grotta dei Lamponi Serafica per il pulled pork di Giardina, Fischetti Etna Bianco per il risotto di Miuccio, il Frappato di Santatresa brut per i dolci di Freni. Nardo Filippetti presidente Lindbergh Hotels & Resorts  che gestisce il San Pietro ci racconta come Taormina, la Sicilia e l’Italia in generale meritano un turismo di lusso per salvaguardare i luoghi, le location, la professionalità dei lavoratori del settore e i cibi esclusivi di grande qualità.

 

 

 

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