Ztim Ztum Bang, “Metafisica del sesso : col prof. Luca Siniscalco “Archetipi demetrici Archetipi afroditici”

Il prof. Luca Siniscalco professore di Estetica all’Università, socio della Fondazione Evola, interessato da sempre della produzione di Julius Evola. La seconda parte del quarto capitolo di “Metafisica del sesso” “Archetipi demetrici Archetipi afroditici” , una serie di interventi su uno dei testi più controversi del grande filosofo e studioso condotti in maniera propedeutica e paradigmatica partendo dalla considerazione metafisica del sesso, ritenendo tale fenomeno un elemento troppo importante nella vita degli esseri umani per lasciarlo a spiegazioni semplicemente positivistiche e sessuologiche

Due tipi di donna risultano fondamentali per esprimere il principio femminile attraverso la molteplice varietà di immagini: l’afroditico e il demetrico. Questi si presentano come gli archetipi eterni dell’amante e della madre.

Il tipo demetrico è incarnato da quelle divinità che secondo Evola rappresentano la figura della divinità materna primordiale. Il tipo demetrico è un tipo femminile generatore legato alla maternità alla fecondità, è una figura femminile abissale associabile anche al caos delle origini, come quello luogo in cui si generano tutte le forme. Simbolicamente Evola spiega che è spesso rappresentato con la forma del triangolo rovesciato, che è un chiaro riferimento simbolico all’organo sessuale femminile, è stato utilizzato in numerose tradizioni religiose ed esoteriche che pensiamo fra le molte all’alchimia. È una coppia cosmica da cui nasce la vita e è un tipo associato anche alla figura della grande madre, della madre terra. Questo è presente in maniera evidente della donna assoluta. La donna assoluta è totalmente femmina. Il tipo demetrico appare talvolta in immagini femminili nude, anche in quelle di antiche dee, in piedi o supine. Queste, con le gambe divaricate, mostrano il proprio organo per liberare e far fluire il sacrum sessuale attraverso un’energia magica e una fecondità primordiale. In certi popoli primitivi lo stesso tema ha un’espressione vicina al disegno stilizzato dell’organo sessuale: il triangolo rovesciato, talvolta con un tratto nel vertice inferiore, che allude all’inizio della fessura vulvare. Questo è posto come simbolo o crisma di una forza magica, intesa a fertilizzare e, insieme, a far indietreggiare chi non deve avvicinarsi. Un significato analogo si evince dal gesto femminile di sollevare la veste per mostrare il sesso: gesto che nella saga delle donne licie ha lo scopo di far indietreggiare le onde minacciose. I molteplici nomi attribuiti alla Grande Dea, la Madre Terra, la magna Mater Genitrix, sono immagini del principio demetrico e della sua forza incontenibile. Nelle epifanie indù della Grande Dea appaiono varie forme di sposa del maschio divino, che ha la migliore nel principio afroditico della femminilità primordiale, quale forza dissolvente, travolgente, estatica e abissale del sesso: opposta a quella della femminilità demetrica. Nel mondo mediterraneo le dee hanno questi tratti, come Ishtar: la dea dell’amore, che è contemporaneamente anche la “Grande Prostituta” e la “Prostituta Celeste”. La dea Afrodite, quindi chiaramente la dimensione erotica, se Demetra è la madre per eccellenza afrodite è l’amante, la sposa, era presenta la forza estatica come  Kalì la raffigurazione indiana di questa divinità, che diversamente dal tipo demetrico, che è legato maggiormente ai valori della custodia, del focolare, quindi anche ha una versione femminile più protettiva, il tipo afroditico è capace di enorme atti d’amore, di passione, ma anche di ira, di furore, quindi è una tipologia più ambivalente, che era presentata forse nel modo più chiaro anche da poter vista iconografico nella figura di Kalì, che ha un aspetto positivo legato alla dimensione della nudità amorevole.

Differenziani tipiche della virilità del mito. Il primo è in cosiddetto tipo tellurico o posidonico, che rappresenta, quello che Evola chiamava, il limite inferiore della verità, perché è tipo tellurico posidonico, perché ha associato alla terra, appunto, quindi ha ad una dimensione maschile, di quello che spesso invece, come abbiamo già visto, ha associato al principio femminile, l’elemento terrestre, e alla figura di Poseidone, che è una di interamente maschile, ma è legato alle acque, alle abissi, che spesso hanno invece una rappresentazione femminile. Quindi è per così dire un livello inferiore non in termini chiaramente di valore o in termini morali, ma all’interno della emanazione, ecco del principio maschile, è la sfera più vicina alla materialità. Abbiamo un altro tipo che viene chiamato tipo luminoso, è il dio della luce. E qui ci sono varie divinità associati a questa dimensione. La figura di Dioniso insieme alla figura di Apollo come incarnazione della solarità, assimilabile alla figura di Shiva…

 

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