Ztim Ztum Bang, Luca Siniscalco, “Metafisica del sesso: Dei e Dee uomini e donne”

Siamo già al quarto capitolo di “Metafisica del sesso Dei e Dee uomini e donne”, una serie di interventi su uno dei testi più controversi del grande filosofo e studioso condotti in maniera propedeutica e paradigmatica partendo dalla considerazione metafisica del sesso, ritenendo tale fenomeno un elemento troppo importante nella vita degli esseri umani per lasciarlo a spiegazioni semplicemente positivistiche e sessuologiche

Ospite di Ztim Ztum Bang il prof. Luca Siniscalco professore di Estetica all’Università, socio della Fondazione Evola, interessato da sempre della produzione di Julius Evola. Siamo già al quarto capitolo di “Metafisica del sesso Dei e Dee uomini e donne”, una serie di interventi su uno dei testi più controversi del grande filosofo e studioso condotti in maniera propedeutica e paradigmatica partendo dalla considerazione metafisica del sesso, ritenendo tale fenomeno un elemento troppo importante nella vita degli esseri umani per lasciarlo a spiegazioni semplicemente positivistiche e sessuologiche. “Affronteremo alcune sezioni del quarto capitolo di “Metafisica del Sesso”, intitolato “Dei e Dee e uomini e donne”, in cui Evola approfondisce attraverso una miriadi dei riferimenti filosofici, storico religiosi, antropologici, la declinazione della sessualità nel principio maschile in quello femminile. Quindi dopo aver trattato nei capitoli precedenti, le basi metodologiche e teoretiche della sua trattazione della sfera di eros e dell’amore sessuale, aver considerato i fenomeni di trascendenza nel amore profano, qui Evola gerarchicamente si interroga, in maniera progressiva, sulle declinazioni con cui concretamente la dimensione erotica si manifesta, notando come nel principio maschile e femminile si hanno gli ambiti essenziali di questa declinazione. Secondo Evola, la distinzione fra sessuale maschile e femminile che ritroviamo nei miti, e quindi come proprio anche delle divinità, non è una forma di antropomorfismo, per cui lo avrebbe proiettato nella sua rappresentazione del divino delle propria caratteristiche biologiche. Il processo è piuttosto l’inverso, cioè l’uomo scopre il valore della propria sessualità nel momento in cui conosce questo dualismo originario, che si manifesta con pienezza proprio nella dimensione divina di cui i miti ci raccontano. La mitologia che compare anche nel titolo di questo paragrafo è la trascrizione del mito originario, che prevede questa forma di dualismo, di carattere energetico e cosmogonico, ovviamente Evola non nega la dimensione biologica, e poi anche quella psicologica ma spiega come questa manifestazione materiale della distinzione, partecipi di una sfera di carattere idealtipico superiore, che è riposta nella struttura stessa del cosmo.

Quindi in questo senso, vi è una autoevidenza della manifestazione del dualismo sessuale, che è superiore appunto cioè alla dimensione biologica e psicologica.

A supporto di quanto stava cercando di sintetizzare in uno dei passaggi più chiari su questo tema, Evola descrive l’uomo tradizionale, ossia con l’uomo, che abbiamo visto appartenere a una civiltà tradizionale postmoderna, per discoprire nella stessa divinità il segreto e l’essenza del senso. Per lui, i sessi, prima di esistere fisicamente, esistevano come forze super individuali e come principi trascendenti. Prima di apparire nella natura, esistevano nella sfera del sacro, del cosmico.

La visione di Evola è differente da quella degli archetipi di carattere psicanalitico,

cita esplicitamente Jung, esponendo una posizione critica. Il carattere originario di questa polarità non va in primo luogo ridotta, secondo l’interpretazione che alcuni attribuiscono Jung ad una mera dimensione psicologica, maschile e femminile sono dei principi, secondo Evola realmente esistenti, di un punto vista sostanziale. la conoscenza della realtà metàfisica degli archetipi serve come premessa positiva per un percorso di caratteristico, per una pratica esoterica, per citare un’espressione di Evola le molteplici varietà della sacralizzazione del sesso.

Archetipicamente l’uomo e la donna, il maschile femminile, hanno lo stesso valore, che è un punto di vista di potere, uno serve all’altro, sono complementari, servono per l’ evoluzione, servono per innescare la miccia energetica. Simbolicamente la donna doveva essere la terra e l’uomo il cielo, invece è stato completamente invertito questo archetipo, da un punto di vista psicologico, la donna è diventata, spiritualità, qualcosa di intangibile, l’uomo, nella sua spiritualità, e diventato qualcosa di materiale.

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