Il 31 ottobre si celebra il capodanno celtico che si chiama Samhain e rappresenta lo spartiacque tra un ciclo e l’altro, l’attimo cosmico in cui qualcosa è appena morto e qualcos’altro sta per nascere. In questa sospensione spazio temporale può avvenire di tutto. Vi raccontiamo un rito che potrete fare questa notte.
Una candela rossa, nera o bianca: questi sono i tre colori di Samhain. L’energia Giamos, nella quale Samhain c’introduce, è propizia alla meditazione, l’introspezione e la scoperta di sé stessi. Chi intende esplorare e portare nel mondo gli aspetti più razionali, coscienti ed espansivi dell’energia Samos partecipa al rito con una candela bianca. Chi si sente più vicino all’energia Oscura e s’impegna a portare nel mondo i misteri e la magia dell’energia Giamos, recherà in mano una candela nera. Chi desidera trarre energia dalla tensione esistente fra i due poli Samos e Giamos sceglierà una candela rossa. Quando sarà il momento di unirvi al rituale della Festa dei morti spiegato più avanti portatela con voi.
I falò hanno sempre avuto un ruolo importante in questa festa. In una dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava al di fuori dalla dimensione temporale non appartenendo né all’anno vecchio e né al nuovo; in quel preciso attimo, il velo che separava la terra dei vivi con quella dei morti si assottigliava, e i due regni comunicavano. Durante la notte il grande scudo di Scáthach veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi e permettendo alle forze del caos di invadere i reami dell’ordine ed al mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi.
I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Come molte feste celtiche, veniva celebrata a più livelli: dal punto di vista materiale era il tempo della raccolta e dell’immagazzinamento del cibo per i lunghi mesi invernali. Essere soli in questa occasione significava esporre sé stessi ed il proprio spirito ai pericoli dei rigori invernali. Spiritualmente parlando, la festa era un momento di contemplazione. Per i Celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di Samhain era una cosa molto importante (in Irlanda questa sarebbe stata Fleadh nan Mairbh, “Festa dei Morti”). Questo era il periodo più magico dell’anno: il giorno che non esisteva… Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l’avvento del Cristianesimo. Infatti la Sicilia che ha tante analogie in comune con l’Irlanda possiede una memoria celtica non ben documentata ma celata nei riti delle sue feste. Infatti in Sicilia i genitori, la notte fra l’1 e il 2 novembre, nascondono in casa i doni dei morti. Una volta erano frutta martorana, fichi, e ossa dei morti, oggi sono giocattoli. Al mattino i bambini cercano per casa il regalo che i morti hanno nascosto. Diventa una caccia al tesoro, i bambini sono molto eccitati anche se l’era moderna scoraggia il sogno e la fantasia, la frase: «questo l’hanno portato i morti» provoca sempre una certa emozione quasi un brivido. Quel pizzico di paura misto a letizia che a Samhain non dovrebbe mai mancare, la curiosità nei confronti dell’ignoto. Il dubbio che i morti sono venuti a portar loro i doni. Una volta scartati i regali i bambini sono portati al cimitero per ringraziare i morti del dono ricevuto.
I druidi i sacerdoti celti della Gallia, usavano abbigliarsi per Samhain da donne, le sacerdotesse si abbigliavano da uomini. Questi avevano la finalità di ritualizzare e richiamare il raggiungimento dell’androginia, cioè del superamento della sessualità fisica e della divisione per giungere all’armonia interiore ed esteriore perfetta per trascendere i comuni limiti umani. Ogni regola sociale era stravolta sia con il costume, sia con il comportamento al fine di ribadire che tutto ciò è soggetto al mutamento e che ogni cosa contiene il proprio opposto. Il costume non era scelto a caso o banalmente ispirato al mondo delle tenebre e della paura ma aveva un suo significato preciso. Rappresentava le paure, le speranze, le delusioni e i voti di ciascuno dei partecipanti, le sue preghiere e le sue promesse. Scegliete con attenzione il vostro costume.
Samhain richiede una celebrazione molto particolare, differente da quella di tutti gli altri sabbat a cominciare dall’abbigliamento. Già presso i popoli antichi era usanza, in questo periodo travestirsi, non solo da spiriti ma anche e soprattutto in un modo stravagante finalizzato a sovvertire in quei tre giorni le normali regole della vita sociale.
La celebrazione è carica di simbolismo e tensione. Ecco cosa occorre per celebrarla:
– Una pira, un grande cero, oppure un braciere: il fuoco sacro un ruolo molto importante.
– Del vischio o del muschio quercino: Il vischio è darà al fuoco il suo potere rendendolo sacro. Conserva il valore simbolico con la Luce nelle nostre case e nei nostri cuori anche durante l’inverno.
– Un pezzo di carta a testa e una penna: Quali sono i frutti che abbiamo raccolto? Cosa vogliamo seminare? Prima di recarvi alla riunione fate un bilancio del vostro anno, sul bigliettino scrivete un desiderio, una parola o un simbolo per i rami che volete tagliare e i semi che volte spargete in voi stessi, per essere rigenerati in primavera.
– Una bacinella, dell’acqua e delle mele per il famoso gioco del bobbing for apple, la caccia alle mele.
Il gioco si gioca riempiendo d’acqua una vasca o una grande bacinella e mettendo delle mele nell’acqua. Poiché le mele sono meno dense dell’acqua, galleggeranno in superficie. I giocatori cercano quindi di catturarne uno con i denti. L’uso delle braccia non è consentito e le mani sono spesso legate dietro la schiena per evitare imbrogli. Evitare anche di morire soffocati.
Benedizione sul fuoco
Ravviverò il mio fuoco stamattina, Alla presenza dei santi angeli del Cielo, Alla presenza di Ariel, splendido giovane, Alla presenza di Uriel dei mille incanti, Senza invidia, senza malizia, senza rancore, Senza paura, senza tremare alla luce del sole, Perché il Santo Figlio di Dio mi protegge. Senza invidia, senza malizia, senza rancore, Senza paura, senza tremare alla luce del sole, Perché il Santo Figlio di Dio mi protegge. E tu, Dio, ravviva nel mio cuore, Una fiamma d’amore per il mio vicino, Per l’amico ed il nemico, per tutti i miei congiunti, Per l’audace e il timoroso, per il povero ed il servo, O Figlio della dolcissima Maria, Dalla più misera cosa sulla terra, A quel Nome che più di tutti in alto sta. O Figlio della dolcissima Maria, Dalla più misera cosa sulla terra, A quel Nome che più di tutti in alto sta.
A questo punto, ognuno si avvicina al fuoco centrale, accende la propria candela e lancia nel fuoco il biglietto con il desiderio scritto sopra. Le fiamme porteranno la preghiera fino agli Dèi e saranno messe in moto le energie che durante l’anno ci porteranno a realizzare le nostre aspirazioni. Ora che il nostro animo è pronto ad accogliere le anime dell’Al-di-là possiamo recarci al banchetto sacro.
Con le nostre candele in mano verso il banchetto, come faranno i morti, sfiliamo intorno al tavolo facendo dei giri concentrici in senso orario formando così una spirale.
I defunti o compagnia silenziosa saranno ospiti del convitto. Il banchetto può essere precedentemente preparato potete attingere alla tradizione siciliana la quale vanta una gran moltissimi piatti rituali per la festa di Ognissanti. Questo è un esempio.
Macco di Fave, Zuppa di ceci, Frutta secca Muffulette, Dolci dei Morti. Le Muffulette sono focacce di pane casereccio, piatte, che si condiscono generalmente con olio, alici sott’olio e pomodoro. Dolci dei Morti: i Pupi di Zucchero, la Frutta di Martorana, i Tetù e Teio, le Ossa di Morto, le Rame di Napoli e i Nucatoli.
Volendo è possibile agevolare la percezione dei morti al banchetto ponendo le foto degli estinti sul tavolo. Mettiamo le candele nei portacandela, a tavola, prendiamo del tempo e sediamoci in silenzio.
Non c’è un tempo stabilito per il colloquio con gli spiriti, avviene nel silenzio e nell’immobilità a un certo punto il corpo cambia posizione, il respiro riprende il suo solito ritmo è segno che il colloquio è finito, ora è il tempo della festa, i morti hanno bisogno di divertirsi perché è il tempo della follia. Balliamo con gli spiriti, facciamo ridere i morti per i quali abbiamo pianto, perché non li abbiamo mai perduti, in quanto non li abbiamo mai avuti. La morte è parte della vita e da oggi e fino al 2 Novembre, per tre straordinari giorni sarà in un equilibrio perfetto.