La ricerca della Verità passa sempre per punti sconosciuti e notti insonni. Ogni artista, in qualunque sua forma, cerca la Verità Assoluta. Quella a cui nessun uomo potrà mai giungere se non per mezzo di un cammino che preveda sia l’aspetto pratico che l’aspetto teorico.
Dipingere non è soltanto dipingere, scrivere non è soltanto scrivere.
Così come camminare e partire non sono soltanto azioni esteriori ma principalmente interiori.
Il Viaggio inizia prima dentro e poi si espande verso l’esterno attraverso la messa in moto del nostro corpo.
Dunque, eccomi qui confuso tra la gente del luogo osservo il punto di arrivo o l’inizio del mio Viaggio.
Come una corda annodata, spesso l’inizio e la fine si intrecciano e si confondono inestricabilmente ed inspiegabilmente. Mentre ero immerso in questi pensieri e appuntavo le osservazioni sul mio diario pieno di disegni ed appunti, una ragazzina del luogo si ferma. Intensamente ed attentamente mi osserva.
Poi esordisce: “Tra i colori ed il trambusto del mercato alle mie spalle, per un attimo ferma la tua attenzione su me compenetrando i nostri sguardi.”
Mi parve strano che una ragazzina sapesse parlare la mia lingua.
“Cosa cerchi qui, straniero. Vendo solo fiori.”
L’accoglienza e la scontrosità antitetica mi lasciarono per un attimo senza parole.
Quell’antico mercato sudamericano aveva, come nelle fiabe che ci leggevano da bambini, ogni sorta di meraviglia per le menti ed i cuori sensibili all’arte, alla cultura, alla storia ed al mistero.
Gli odori, il trambusto vivace e la voce dei bambini che scorrazzavano liberi coi loro aquiloni, avvolgeva tutto.
È come trovarsi dentro ad una bolla fuori dal tempo moderno dove tutto è rimasto tale e quale alle storie in cui impavidi uomini partivano alla scoperta del mondo sconosciuto oltre le Colonne d’Ercole, trovandosi immersi dentro un patrimonio
Naturale e Culturale talmente vasto, accogliente e pieno di ogni meraviglia che il pensiero avesse potuto immaginare.
Furono talmente estasiati da desiderarne sempre più.
Io stesso forse, nonostante sia scevro da qualunque brama di possessione materiale, sono alla ricerca della mia avventura quando, partendo per ogni parte del mondo mi imbarco alla ricerca dei sogni e dei misteri che, da bambino, mi lasciavano sveglio fino a tarda notte a fantasticare un giorno di poter scoprire l’esistenza delle Meraviglie tacciate adesso come inesistenti come ad esempio Atlantide, Eldorado o la Fontana dell’Eterna Giovinezza.
Non sono molti a potersi permettere di ascoltare la voce del loro cuore.
Il mio parla di viaggi in posti sconosciuti alla ricerca di qualcosa che risponda alle domande che ognuno di noi si pone. “Anche io sogno un giorno di poter vedere cosa si trova oltre le strade del mio quartiere. Mi hanno detto che esistono pianure piene di fiori colorati e acque gelate, di luoghi in cui il colore del mare si confonde con il colore del cielo e di luoghi in cui puoi perderti per poi non ritornare più indietro. Se ti soffermerai qui con me, a bere della chicha, vorrei raccontarti la storia che porto tra le mie braccia.”
Quando presi la decisione di partire per questa meta, tutto mi sarei potuto aspettare meno che l’invadente compagnia di questa giovane ed arcana venditrice di fiori.
Proseguì: “Accogli la mia storia intessuta d’attimi profondi e solitudine apparente in cui la mia purezza permane intatta. Sento d’essere come quei fiori che crescono forti qui sui monti dei miei antenati e resistono alle intemperie flettendosi graziosamente sul peso delle piccole o grandi catastrofi naturali a cui non si oppongono ma che accettano umilmente, elegantemente. Io non vendo solo fiori, vendo un segreto. Il segreto degli ultimi e degli umili che sono ancora un tutt’uno con la terra ma che sono stati rifiutati dai loro simili. La Natura mi concede Grazia e Sapienza anche quando sono ricoperta di fango e cresco in mezzo ad acque putride. D’altronde ogni Donna è un fiore, alcune hanno colori sgargianti altre colori tenui, ma abbiamo tutte linee delicate ed uno spirito puro. Un giorno, forse nemmeno troppo lontano, sorgeremo come Venere dal mare e sarà il momento in cui porteremo la Luce nel Mondo, o capiremo infine che Giove non sempre va perdonato. Ingannevolmente intrappolata in questa tela sono adesso solo un riflesso che racconta, vuoi finalmente ascoltarmi…straniero?”
Mi vide distratto, trasognato… Iniziavo a perdere il confine tra realtà ed immaginazione onirica.
Come facevano quegli occhi a leggere dentro la mia anima il bisogno di risposte. “Queste Calle sono gocce del latte di una Dea che voi chiamate Hera. Se guardi la loro corolla con attenzione vedrai in loro riflessa la Via Lattea e le origini del Mito con cui tutti noi ci identifichiamo. Immagino tu sia stupito del fatto che una giovane ragazza, in un mercato dall’altro lato del mondo rispetto alla tua casa, conosca cose che tu ignori. Pensa al mito di Ercole, all’inganno di Giove. Quanto nutrimento ci ha dato la Grande Madre sotto le sue molteplici forme, noi la riconosciamo sotto il nome di Pachamama. Questo tuo viaggio non è forse come il Viaggio dell’Eroe? Non cerchi tu risposte a domande che sin da bambino attraversano il tuo cuore e la tua mente anche solo osservando il fuoco danzare sotto un cielo blu cobalto d’estate o respirando la brezza marina mentre sdraiato sulla spiaggia sentivi il freddo dei sassi ed il calore delle stelle sopra di te? Eroe alle prime armi, io sono una Luna Crescente ma ciò non toglie che io sia già Saggia e Conosca. La vita qui ti fa crescere in fretta ma ho avuto la fortuna di avere accanto guide importanti e potenti, altre lune come me, piene e calanti, che mi hanno insegnato a Vedere. In questo momento sono io ad osservarti, a sondare la tua anima. Esiste una connessione tra il nome di questo fiore, lo scenario che vedi qui rappresentato e se vogliamo, l’apertura della mente. Nella tua lingua il varco prende il nome di CALLA. E questa conversazione d’intenzioni aprirà un varco nella tua percezione delle cose. Ma questo fiore non è soltanto questo. Esso infatti indica la bellezza, vista la connessione con il termine greco KALOS. Del resto, chi mi ha dipinta, chi ha cristallizzata questo attimo ritiene che io sia simbolo di Purezza e Bellezza interiore allo stesso modo di questi incantevoli fiori.
Questo fiore ed il suo collegamento al nutrimento materno hanno un collegamento anche con la Vergine Maria e con il suo potere di mitigazione delle fiamme. Tutti qui siamo credenti, tutti qui siamo cristiani, tutti qui crediamo in Pachamama. In fondo non vedo alcuna differenza. Mi hanno raccontato di alcuni quadri che mostrano la Vergine Maria mitigare le pene del Purgatorio proprio attraverso queste gocce. Pare che anche le lacrime di Eva, che pianse molto quando fu cacciata dal Paradiso Terrestre, si condensarono in questi fiori. Tutto si muove attraverso il Femminile, sia esso causa di grande evoluzione per tutto il creato, sia esso motivo di distruzione totale. Siamo ambivalenti ed è questo che voi uomini temete. Un nostro gesto crea o distrugge, come le trombe dell’arcangelo Gabriele, che qualcuno, ancora una volta vede in questi fiori.”
La bevanda a base di mais scendeva giù per la mia gola.
Questa ragazza evidentemente sapeva come leggere nell’anima delle persone.
Riprese: “Queste valli sono sacre e con esse tutto ciò che si trova su questi terreni. Abbiamo una storia vecchia quanto questo nostro pianeta e tante volte vi siete chiesti se siamo la testimonianza ora di essere celesti venuti dal cielo, ora di civiltà ancora più antiche. Certo è che i nostri templi raccontano solo a chi sa ascoltare. Qui si è materializzata la fontana dell’eterna giovinezza. Cosa cerchi?”
Finalmente potei parlare: “Tempo addietro feci un sogno, una figura femminile dai lunghi e avvolgenti capelli di rame mi accompagnava, nella giungla scoprivamo una piramide, ci facevamo strada a colpi di machete ed infine trovammo l’accesso. Era un tempio meraviglioso sia per le fattezze, sia perché lo stavamo trovando intatto. Iniziammo ad inerpicarci sulla sua sommità per accedere alla sala ma ci ritrovammo in un corridoio quadrangolare di pietra con alla fine una sala cubica dove, nel muro di fronte, si trovavano due cavità. Una era lasciata aperta e dentro non aveva nulla, la sua forma era cubica. L’altra era chiusa da un masso cubico con di fronte una decorazione composta da pietre preziose. Una rossa al centro di forma rotonda ed intorno altre sei a forma di goccia e di colore verde. Credo si tratti di Giada. Nel sogno mi resi conto che la figura femminile al mio fianco era scomparsa e la percepivo dentro le camere segrete del Tempio. Sono venuto a cercare quel Tempio.
La voce della donna nella mente sentii poi recitare così: “Arcana trama che trema alla luce della luna, l’una e l’altra. L’antro della Sibilla, il centro della favella. Sono l’ancella, pulzella o pulcinella secondo il tuo vedere, il tuo sentire, il tuo percepire oltre. Sono sempre altro, sono sempre d’altro, in alto il mio alito è Aletheia, ma sono anche materia, arteria, aerea, eterea, facezia oratoria o disvelatrice del senso.”
E dopo queste parole, caddi in un sonno profondo…