Accoglienza è stata la parola d’ordine e secondo l’approccio di prossimità, non distingue né separa le persone anzi, è fondata sui valori e i principi di umanità, di rispetto per la dignità di ogni persona, di sussidiarietà e di solidarietà reciproca. Accoglienza è una parola che già nella sua etimologia contiene un programma di vita. Essa deriva da “accogliere”, cioè dal latino ad-cum-legere, “raccogliere insieme verso”. Ed è questa la sensazione che abbiamo avuto nella serata di VersanteEst dal Barone di Villagrande a Milo: un fuoco acceso, un salotto accogliente e uno staff presente senza essere invadente, una musica su vinile sapientemente miscelata. I fantastici mescitori che vengono da tutte cantine e che raccontano una serie di aneddoti che intrecciano storie di vini, vigneti, uva e affini…era la serata dei bianchi “stagionati” ovvero dei bianchi con almeno tre anni d’invecchiamento, la nuova scommessa dell’Etna, invecchiare i bianchi, presente nella cultura d’oltralpe ora diventa puntiglio e impegno anche per la nostra Etna.
Per questo nella foto di copertina troverete lo staff tutto che ci ha accolto e accompagnato per tutta la serata facendoci sentire a casa e forse ancora meglio in quanto un approccio accogliente non può essere limitato e limitante, perché il presupposto dell’uguaglianza degli esseri umani rende l’accoglienza un movimento interiore, un respiro anelante, un battito universale.
«VersanteEst è un progetto che è cresciuto nel tempo – racconta Marco Nicolosi, enologo e proprietario della cantina Barone di Villagrande – che vuole raccontare le differenze ma anche ciò che ci accomuna. Questa manifestazione, nata dalla voglia di ospitare una cantina amica a casa propria e di essere a nostra volta ospitati, sta crescendo di anno in anno. Il desiderio da parte di tante altre aziende di partecipare ad un evento non istituzionale è motivante per noi ed è anche la cartina tornasole di quello che sta accadendo nel territorio dell’Etna, un luogo che sta recuperando la grandiosità che aveva nel passato e che già da 10/15 anni riceve continui stimoli e registra una crescita costante che non è un trend del momento, ma un fenomeno solido che affonda le sue radici nel terreno e nel territorio e credo che questo progetto ne sia la dimostrazione». Il progetto nasce nel 2020 con le cantine Barone di Villagrande e Murgo, l’anno scorso ha visto la partecipazione di Gambino Vini e Ciro Biondi e quest’anno fanno parte della squadra anche Benanti, Nicosia, I Vigneri, Terra Costantino e Tenute Mannino di Plachi.
E poi i cibi. Abbiamo conosciuto lo chef di Barone di Villagrande, Vittorio Caruso che ci ha proposto il seguente menù:
– Arancinetto al basilico e limone, su succo di datterino e zenzero
– Frittatina di Seppia (condita con salsetta di pomodorini e capperi
– Zuppa di fagioli con spezzatino di maiale, cavolfiore, mandarino e santoreggia
– Crostata al pepe nero, con frangipane di cacao, cannella e frutti di bosco
I giovanissimi e professionali Wine Register, Lorenzo e Ruben di cui pubblichiamo il loro video in condivisione.